ESPERANTO - Le lingue artificiali
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Le lingue artificiali sono lingue artificialmente costruite per essere usate da popoli di differenti linguaggi. Si dividono in lingue “a priori” e lingue “a posteriori”.
Le lingue a priori sono
costituite di elementi arbitrariamente scelti e messi
insieme secondo un determinato schema. Le lingue a posteriori si servono di elementi e di costrutti comuni a diversi linguaggi. Nel lontano 1629 Cartesio propose una lingua internazionale secondo un sistema matematico ed espose alcuni principi: “una lingua che si possa capire col semplice uso del vocabolario, nella quale sia un solo paradigma di coniugazione, di declinazione e di costruzione, in cui la formazione delle parole avvenga per mezzo di affissi posti avanti o dopo la radicale, affissi che siano tutti elencati nel dizionario”. Nel 1657 Beck ideò una lingua articolata in base ad una combinazione di lettere e numeri. Nel 19° secolo Jean Francois Sudre progetto il “Solresol” che si basava sulle note musicali. Ebbe una certa notorietà e fu sponsorizzato da personaggi quali Victor Hugo, Lamartine e Napoleone III, ma si estinse agli inizi del XX secolo. Nel 1879 Joyhan Martin Schleyer ideò il sistema “Volapük” che, tolti i radicali fondamentali dalla lingua latina e dai linguaggi nordici e certe forme caratteristiche, fondeva i vari elementi in modo logico e coordinato; tuttavia i vocaboli risultavano diversi da quelli derivati dalle lingue nazionali e quindi di difficile memorizzazione. La parola “Volapük” deriva da “Vol-universo” e da “puk-lingua”. Nel 1927 C.K.Ogden e I.A.Richard studiarono e propagandarono il “Basic English”, sistema di semplificazione della lingua inglese. Il Basic English comprende 850 parole più i numeri, i nomi dei giorni e dei mesi, le unità di misura, alcune parole internazionali, i termini matematici ed un centinaio di parole per ogni branca della cultura scientifica e letteraria. Molti verbi sono soppressi e sostituiti da particolari combinazioni di ausiliari. Malgrado la semplicità strutturale, questo sistema risulta non idoneo ad esprimere i concetti umani e permane la grande difficoltà ed irregolarità della pronunzia inglese. Nel 1928 il filologo danese Jespersen Jens Otto Harry creò un sistema basato sulla lingua artificiale “Ido” e la chiamò “Novial”. Il latino ha ispirato molti studiosi tra questi: M. George Henderson che nell’anno 1890 progettò di utilizzare il latino medievale mantenendo la grammatica originale ma disponendo le parole secondo l’uso moderno; tuttavia il risultato non fu soddisfacente in quanto si intaccava la purezza della lingua senza eliminarne le difficoltà. Nel 1903 il matematico Giuseppe Peano, fondatore della logica matematica contemporanea, si occupò attivamente della costituzione di una lingua internazionale scientifica e creò il “De latino sine flexione”, una semplificazione del latino classico che ebbe maggiore risonanza tra i vari progetti di cui il latino fu ispiratore. |