RESTAURO RADIO ANTICHE - Mobile

Info

Il restauro di un mobile radio si avvicina al restauro di un mobile antico, perlomeno nell'uso delle tecniche di base. Se non avete mai effettuato un lavoro simile, vi consiglio di procedere su scheletri di vecchie radio, non altrimenti utilizzabili o di utilizzare legni di recupero per i vostri primi tentativi.

La lettura di una buona guida sul restauro di mobili in legno potrà rivelarsi molto utile, anche per darvi la possibilità di conoscere a colpo d'occhio i materiali di cui è composto il nostro prezioso "contenitore radio". Inoltre è importante osservare che il restauro di un apparecchio dovrebbe sempre essere effettuato tenendo conto dei materiali e delle tecniche che venivano utilizzate al momento della sua costruzione.

I materiali di cui è costituito un mobile per radio costruito a cavallo tra il 1930 ed il 1950 sono essenzialmente:
Vedremo come per ciascuno dei materiali sopra elencati si possa procedere al restauro.

Ricordiamo di rispettare le norme di sicurezza e togliamo corrente prima di accedere al telaio .

Altre norme da rispettare sono quelle relative all'uso dei prodotti chimici utilizzati nelle lavorazioni ( vernici e prodotti collaterali ) in quanto possono esalare vapori tossici, nonché sviluppare incendi. Utilizziamo un sistema di ricambio dell'aria durante le lavorazioni.

 

Restauro Mobile Radio
Iniziamo ora a smontare lo chassis contenente il circuito elettrico. Per prima cosa verranno smontate le manopole. Queste normalmente sono fissate a pressione con un piccolo lamierino interno, piegato, che funge da molla oppure con una piccola vita a taglio od a grano nelle versione più recenti. L'altoparlante in alcune versione è montato in un cestello sullo chassis, ma nella maggior parte di casi è ancorato al mobile mediante viti a legno. In questo caso occorre estrema cautela per non danneggiare il cono dell'altoparlante e per non staccare alcun filo che lo collega al telaio. Consiglio di togliere prima le viti che ancorano il telaio al mobile ( solitamente sono quattro e sono ubicate sul fondo del mobile, poi di allentare le viti dell'altoparlante e far uscire il telaio dal mobile contemporaneamente all'altoparlante. Eseguita questa operazione, l'altra precauzione da prendere è legata allo smontaggio della scala parlante. I rischi legati a questa operazione sono di rompere la scala stessa ( è in vetro ) o di cancellarne le scritte ( vedi capitolo dedicata al restauro delle scale parlanti ). Fare attenzione che spesso alla scala parlante sono ancorate le lampadine che la illuminano, con incastro con piccole viti . Utilizziamo dei piccoli sacchetti di plastica per riporre temporaneamente ciò che abbiamo smontato.

Il mobile è ora nelle nostre mani, togliamo al tela protettrice dell'altoparlante e cominciamo a pulirlo aspirando la polvere che nel tempo si è depositata. Alla fine di questa operazione si può passare uno straccio ( solo all'interno ) leggermente inumidito con acqua e amuchina. Valutiamo ora lo stato e la tipologia di legno prima di decidere quale tipo di restauro adottare. Se abbiamo di fronte del legno massiccio coperto da più strati di vernice possiamo pensare di utilizzare uno sverniciatore chimico. Adottiamo le dovute cautele, indossiamo degli occhiali a protezione degli occhi e dei guanti appropriati. Seguite le istruzioni riportate sul contenitore dello sverniciatore. A fine operazione procedete ad una pulizia finale avendo cura di togliere i residui di vernice con carta abrasiva ed aiutandovi con un attrezzo.

L'operazione precedente era dedicata ai soli mobili costruiti con legno massiccio, da questo momento in avanti le operazioni sono comuni anche per i mobili impiallacciati.

Ora che abbiamo il mobile sverniciato davanti noteremo ciò che prima non era o era poco visibile, buchi, imperfezioni e tarli. A proposito di questi simpatici coleotteri che depongono le uova nel legno, la lotta è abbastanza difficile ma non impossibile. Consiglio di utilizzare degli appropriati antitarlo, poi di chiudere il mobile-radio in un sacchetto del tipo spazzatura-condominiale e di lasciarlo chiuso per almeno due giorni.

Quando questa operazione sarà conclusa potremo pensare a tappare i buchi lasciati dai tarli ed altre eventuali imperfezioni. Usiamo per questo le cere a forma di bastoncino disponibili in diversi colori. Le potremo rammollire ponendole vicino ad una fonte di calore e lavorandole con le dita. Formiamo delle piccole palline che introdurremo nei buchi avendo cura, dopo alcuni minuti, di lisciarle con una piccola lametta. Ora arriva il momento più atteso, quello che ci porta a curare la superficie esterna del mobile in vista della finitura.

Utilizziamo della carta abrasiva o vetro fine di diverse gradazioni ( dalla misura 300 sino alla 800 ) e cominciamo ad abrasivare il mobile.

Ricordate che è importante eseguire la scartatura procedendo SEMPRE nel senso delle venature del legno. Non fatevi venire l'infausta idea di utilizzare strumenti meccanici come platorelli o levigatrici, usate le mani. Non esagerate mai troppo con la carta vetro, nel caso di mobili impiallacciati il rischio è di trovarsi poi con il legno a vista. A proposito di impiallacciatura, è frequente, a causa dell'umidità, trovarsi di fronte a bolle per cui l'impiallacciatura è gonfia. Con un cutter molto affilato si incide, nel senso del legno, la bolla e dopo essersi accertati che non vi siano residui di colla sottostanti, si introduce della colla animale acquistabile in drogheria o presso un negozio di Belle Arti. Dopo si appoggia un foglietto di carta da lucido sulla bolla così trattata ( serve a non far attaccare le altre parti che sovrapporremo ) e si trattiene il tutto con un morsetto anteponendo al foglietto di carta un piccolo pezzo di legno. Le ultime scartature le faremo con carta vetrata misura 800. Non preoccupatevi se il legno diventerà totalmente bianco a causa della rimozione delle vecchie vernici o dello sporco, nelle successive operazioni riprenderà il suo colore originale !

Puliamo con attenzione e aspiriamo eventualmente i residui di lavorazione. Arriviamo ora alla colorazione.

Potremo decidere di utilizzarla oppure no. Nei mobili impiallacciati si deve usare con moderazioni e con attenzione in quanto nonostante le precauzioni l'impiallacciatura stessa si potrebbe rialzare. Per piccoli pezzi come le radio, è conveniente usare coloranti a spirito in quanto si asciugano velocemente e non lasciano tracce di umidità. Ricordarsi di fare delle prove su punti poco visibili del mobile. Altra precauzione è relativa all'intensità del colore : meglio procedere con una tonalità chiara, se non basta si può aumentare la concentrazione del colorante, viceversa non si potrà fare nulla ed il mobile rimarrà più scuro ! Dopo la colorazione è opportuno passare leggermente una carta vetrata fine per eliminare il pelo del legno eventualmente formatosi.

Siamo alla fase finale, quella che ci restituirà un mobile degno di essere collocato di nuovo alla vista.

La verniciatura rappresenta una protezione e la finitura estetica del mobile.

Sconsiglio vivamente ogni tipo di vernice moderna per buona che possa essere. L'unico trattamento che ci garantirà un buon risultato è la verniciatura a gommalacca insieme ad una corretta ceratura.

La gommalacca è una resina naturale, in commercio si trova in scaglie e necessita essere sciolta in alcool. La misura empirica delle diluizione va trovata riempiendo un secchiello piccolo di gommalacca e comprendo il tutto con alcool, si potrà poi eventualmente aggiungere dell'alcool per aumentare la diluizione. NON deve essere utilizzato quello denaturato ma solo alcool purissimo a 95° adatto allo scopo. La gommalaca è abbastanza costosa, anche se per le quantità da noi utilizzate il prezzo risulterà modesto. Una curiosità : verso la fine degli anni Ottanta il suo impiego nell'industria delle armi per il processo di fabbricazione dei proiettili ne ha fatto per un breve periodo aumentare fortemente il prezzo. Avremo necessità di passare almeno tre mani di gommalacca, la prima e la seconda servono allo scopo di turare i pori del legno. Non usate pensando di far più veloci o di economizzare, i normali turapori alla nitro. Ad ogni passata di gommalacca dovrà seguire una passata con carta abrasiva 800, lasciandole il tempo di asciugare e pulendo sempre accuratamente i residui dell'abrasivazione. Prima dell'ultima mano, dopo il passaggio con carta 800, dovremo eseguire una ulteriore passata con paglietta di acciaio del tipo utilizzato per la pulizia della cucina.

Relativamente al modo di passare la gommalacca esistono formidabili scuole di pensiero. Lo stoppino è lo strumento principe ( una pezzuola di lino contenete al proprio interno del cotone ) che viene ripetutamente strofinato sul mobile da trattare. Ritengo pienamente funzionale, nel nostro caso, anche un buon pennello, avendo cura di passare velocemente nei tratti interessati in quanto la gommalacca asciuga presto. Si comincerà con una passata, sempre nella direzione della venatura. Indi si farà asciugare per una notte. Il giorno dopo cominceremo ad abrasivarla con carta vetro misura 500 e poi 800. Con uno straccetto leggermente inumidito si asporteranno le polveri formatesi e solo dopo essere certi dell'avvenuta asciugatura si procederà prima con una passata ripetendo le fasi dell'abrasivazione e poi con l'ultima e definitiva passata di gommalacca abrasivando quest'ultima solo con carta 800 o più fine.

Siamo arrivati alla fase finale ovvero la ceratura.

E' la fase più gratificante in quanto alla fine di questa fase potremo vedere i risultati del nostro lavoro. Bene, cominciamo con una leggera passata al mobile con della paglietta d'acciaio ed eliminiamo accuratamente le polveri formatesi e depositate; potrebbe essere utile un aspirapolvere.

Acquistiamo della cera vergine d'api meglio se leggermente colorata nella tonalità del mobile e cominciamo a stenderla con un panno morbido con movimenti circolari su tutto il mobile. Lasciamo il mobile asciugare per alcune ore e dopo, mediante un panno di lana, lucidiamo con insistenza su tutte le parti del mobile sino ad avere la patina e la brillantezza desiderata.
  

Manopole di bakelite

Le resine fenoliche sono le più antiche e ancora oggi le più usate fra le resine termoindurenti. Furono sviluppate, da L.H. Baekeland nel 1909 e ebbero una grande fortuna soprattutto nell'intervallo fra le due guerre mondiali.
Le manopola costruite con questo materiale se forzate ( operazione possibile durante lo smontaggio e successivo rimontaggio ) tendono a spaccarsi. Nello smontaggio se si nota particolare resistenza allo svitamento è necessario utilizzare una goccia di liquido ' svitatutto '. La pulizia può effettuarsi con acqua e sapone neutro avendo cura di provvedere ad una perfetta asciugatura. Se malauguratamente si dovessero rompere si può tentare l'incollaggio con colla cianoacrilica. Nel caso di parti mancanti è possibile tentare la ricostruzione con fibra di vetro opportunamente colorata. E' bene dire che le manopole sono oggetto di vendita ed acquisto nei vari mercatini di antiquariato in quanto permettono alla radio che ne mancasse, di riacquistare il valore di mercato.

 

Fregi in ottone e stemmi
stemma Vanno tolti prima delle operazioni di restauro del mobile, le parti in ottone si possono facilmente pulire con il liquido apposta. In caso di piccole rotture o fratture potremo giungerle con un saldatore a stagno avendo cura di pulire le parti accuratamente. In caso di sporco molto resistente potremo usare della paglietta d'acciaio. La presenza degli stemmi è molto importante. Tenete presente che una buona parte del valore dell'apparecchio, in senso collezionistico, è dovuta alla presenza dello stemma rappresentante il marchio della radio. Se la vernice dello stemma dovesse presentare delle screpolature si può intervenire con delle lacche di colore identico. stemma

 

Tela altoparlante

Talvolta può essere necessaria anche la sostituzione della tela dell'altoparlante spesso troppo rovinata, macchiata. In questi casi potete trovare ottime imitazioni di stoffe presso quasi tutte le fiere dell'elettronica. Una alternativa di tutto rispetto è trovare un buon tappezziere e scegliere il tipo di stoffa che pensate si addica all'aspetto esterno del ricevitore. Personalmente in alcuni casi questi "trucchi" poco nobili hanno prodotto un risultato molto bello da vedere.

 

Scala parlante e scala muta

Gioia e dolore di tutti i restauratori di radio.. la scala parlante rappresenta un capitolo a parte nel restauro degli apparecchi, vuoi per la fragilità del materiale ( vetro ), vuoi per il fatto che le scritte applicate con metodo meno 'tecnologici' di oggi, tendono a staccarsi con una fragilità estrema anche a causa del calore delle valvole nonché delle lampadine di illuminazione. Meglio.. una scala parlante sporca e polverosa che.. una scala parlante mancante delle scritte. Almeno la prima denuncerà i segni del tempo, mentre la seconda denuncerà solo la nostra incuria nel trattamento.

 

Prima regola : accertarsi di come sono state fatte le scritte, in alcuni casi sono state eseguite con metodi semi-serigrafici su una banda di cellulosa. In questo caso la banda tenderà a spezzarsi facilmente. Toccate in un punto poco visibile le scritte con un dito e notate se resistono alla pressione o se scivolano via. Se così fosse, pulite solo il vetro frontale e lasciate come era la parte interna, al limite si può spolverare con delicatezza. Un metodo conservativo se le scritte sono in buono stato e se non vi è molta sporcizia, consiste nell'utilizzare un velo di vernice spray trasparente. Se invece le scritte fossero già rovinate conviene utilizzare un metodo che converrà utilizzare sempre anche quando la scala parlante fosse perfetta per ottenere una copia ad uso futuro ( leggi: quando qualcuno la romperà ). scala parlante
Strumenti : PC, scanner, stampante ink-jet ( meglio la laser a colori ).

Si inizia scannerizzando la scala parlante utilizzando una buona risouzione ( almeno 300 DPI ). Dopo con un buon programma di fotoritocco si inizia con 'santa pazienza' a ricostruire scritte e segni mancanti. Si stamperà su un foglio di acetato del tipo adatto alla stampante utilizzata, regolate il contrasto in modo appropriato. Una volta ottenuta la nostra nuova scala in acetato si inserirà in un sandwich formato da due sottili lastre di vetro. un'alternativa potrebbe essere quella di utilizzare al posto dell'acetato quelle speciali carte da stampanti che permettono di trasferire l'immagine a caldo avendo cura di ottenere una immagine speculare e dopo, con questo metodo, trasferirla a caldo su vetro.

Un discorso a parte merita la funicella porta indice della scala parlante..spesso il problema è capire quale possa essere il suo posizionamento originale se questa è rotta. Munitevi del tipo adatto di cordicella ( reperibile in un negozio di ricambi radio o presso qualche fiera del settore ). Queste cordicelle sono munite nella parte terminale ( generalmente vicino al condensatore variabile di sintonia ) di una piccola molla che la tiene in tensione ed agisce da frizione. In ogni caso se trovate il disegno corretto di scorrimento, vi conviene disegnarlo su un foglio di carta e porlo all'interno del mobile radio.. chissà che non possa essere utile fra qualche tempo ad un altro riparatore..